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Introduzione e considerazioni
Questa modifica è diventata quasi uno standard soprattutto per i possessori dei mezzi più anziani alle prese con le “bizze” del fatidico carburatore originale Aisan.
Dopo avere provato in tutti i modi a regolare l’Aisan mi sono convinto anche io ad effettuare il trapianto e, la prima impressione che mi sento di condividere è questa: ho perso tempo a non farlo prima!!!
Installato il Weber sono “miracolosamente” spariti tutti i problemi. Risultato: minimo regolare, motore che gira rotondo, niente incertezze e vuoti nell’erogazione, maggiore tiro ai bassi, allungo migliorato (sulla mia Baby quasi 1000 giri in più).
Morale: se pensate che il carburatore originale possa ancora andare bene, vi sbagliate! Quando comincia a dare problemi è arrivato il momento di mandarlo in pensione.
Cercherò di rendere il più chiaro possibile i vari passaggi affinchè sia, almeno, ridotto il numero di quesiti posti sul Forum riguardo questa modifica. Devo dire che con i saggi consigli di alcuni del Forum, alla fine è stato più facile di quello che al principio poteva sembrare.
Weber
Dopo avere messo le mani sul Weber occorre, chiaramente, ripulirlo per bene. Allo scopo, dopo averlo smontato in tutte le sue parti, comprese tutte le membrane delle pompe di ripresa, (all’interno di queste ho trovato le maggiori schifezze) può essere usato un detergente specifico “pulisci carburatori”. Io ho usato, per precedente esperienza con carburatori di motori marini, un detergente per sanitari (Rio Azzurro, possiamo dirlo?). Immergete i pezzi per circa 20/30 minuti a secondo delle condizioni in cui si trova il carburatore. Non lasciateli per molto tempo perché il prodotto è molto aggressivo. Successivamente sciacquate abbondantemente con acqua corrente e dopo avere asciugato per bene immergete i pezzi più piccoli, per pochi secondi, in alcool denaturato che, essendo igroscopico, tratterrà le più piccole quantità d’acqua all’interno dei condotti. Lavaggio finale con benzina; asciugatura e pulitura con aria compressa e rimontaggio, dopo avere controllato ed eventualmente registrato l’altezza del galleggiante.
Se qualche membrana dovesse essere danneggiata, così come lo spillo conico, sono reperibili dei kit di revisione carburatori per la loro sostituzione ad un prezzo ridicolo.
Flangia di accoppiamento
Questo è forse uno degli argomenti sul quale la fantasia dei Suzukisti si è scatenata maggiormente.
Il primo dubbio che ci coglie è: modifico il collettore?
Personalmente, non essendo certo del funzionamento del mio Weber ho optato per lasciare il collettore originale e potere così tornare indietro nel malaugurato caso di non funzionamento del carburatore nonostante le cure. Adesso posso dire che alla prima occasione modificherò il collettore vista la soddisfazione del 32/34.
Perché la modifica del collettore?
Se partite già dall’idea di modificare il collettore potrete, o applicare direttamente il carburatore o, applicare una flangia in un solo pezzo invece della classica in due pezzi. Ciò vi darà di certo un ingombro verticale minore, cosa che non fa male visto l’eventuale problema con il “cappello” per il collegamento filtro aria. Alcuni fra noi sostengono che la distanza del carburatore dal collettore , quindi con o senza flangia, influenzi il tiro ai bassi (Sic!).
Quindi, personalmente, per non modificare il collettore, ho preferito usare la doppia flangia partendo dai precisi disegni tratti dall’articolo sul sito di Armando (www.samurai4x4.org), apportando alcune modifiche:
1 – Utilizzo di sole 4 viti invece che 6 per accoppiare le due flangie
2 – Utilizzo di due fori, 32 e 34, anziché un unico foro.
3 – Foratura conica dei fori della flangia a contatto con il collettore, portando il diametro del foro 32 a 28 e il 34 a 32 per raccordare meglio i flussi
Riguardo ai fori della flangia (doppi o unico) sorge un problema. L’interasse tra i fori sul collettore e quelli sul carburatore non è uguale. Avrete quindi un problema di non preciso accoppiamento tra la flangia e il collettore.
Per tale motivo, se si vuole effettuare un lavoro accurato, quale che sia il disegno dei fori, occorrerà modificare pur sempre il collettore.
Ricordate di chiudere il foro (lato testata) dell’acqua sul collettore.
Per collegare il carburatore alla flangia ho utilizzato dei prigionieri fatti da una barra filettata M6.
Collegamento carburatore
1- Tubi liquido di raffreddamento
Potete collegare direttamente la mandata con il ritorno eliminando uno dei tubi e collegando direttamente l’altro
2 – Tubo benzina
Se sul vostro weber è presente l’uscita per il ritorno benzina (non c’è in tutti i 32/34), questa va collegata con un raccordo a T al tubo di ritorno della pompa benzina.
3 – Tubi di depressione carburatore (lato testata)
Quello in basso a sinistra va collegato al polmoncino in plastica. Quello superiore al tubicino proveniente dallo spinterogeno (se presente. Altrimenti va tappato). Quello in basso a destra, con un raccordo a T al tubo che collega collettore-coperchio punterie-scatola filtro.
4 – Tubicino pompetta di ripresa (lato termostato raffreddamento)
Questo va collegato al tubicino che provenendo dal collettore si collega ad una elettrovalvola (credo) che va comunque eliminata
5 – Collegamenti elettrici
Il filo rosso della valvola cut-off va collegato al filo nero-bianco mentre il filo nero del carburatore va a massa, oppure direttamente tolto.
6 – Filo acceleratore e aria
Per l’acceleratore basta utilizzare due rondelle grandi con foro da 8 attraverso cui fare passare il cavo originale
. Oppure reperire anche il gommino utilizzato sulla fiat tipo 1.4 o simili. Il cavo dell’aria è facilmente reperibile dai ricambisti forniti (prendere il tipo universale e tagliarlo a misura).
Non vi resta che fare una buona carburazione e dare nuova linfa alla vostra amata. |
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Postato da admin il Lunedì, 18 Agosto @ 19:00:00 CEST (79817 letture)
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